Pubblicazione: 20/04/2012 Ultimo aggiornamento: 2015-01-26 17:05:03

Venerdì 20 aprile 2012 – Seminario, nell’àmbito del Dottorato di ricerca in Teoria del diritto e ordine giuridico europeo, su «Cesare Beccaria e l’ Index librorum prohibitorum»


Nel ciclo delle iniziative didattico-scientifiche inerenti al Dottorato di ricerca in Teoria del diritto e ordine giuridico europeo, istituito presso il nostro Ateneo e coordinato dal Prof. Massimo La Torre, per il settore disciplinare relativo al Diritto processuale penale, facente capo al Prof. Giuseppe Bellantoni, Ordinario in questo Ateneo, venerdì 20 aprile 2012  sarà tenuto un  Seminario di studio su Cesare Beccaria e l’ Index librorum prohibitorum».

L’argomento, di rilevante e pregevole interesse, peraltro ad oggi ancora piuttosto inesplorato, sarà magistralmente trattato dal Chiar.mo Prof. Mario Pisani, Ordinario di Diritto processuale penale nell’Università degli Studi di Milano, e giust’appunto Medaglia Beccaria 2011 della Société Internationale de Défense Sociale.

La celebre opera di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene” fu stampata per la prima volta, in forma anonima, a Livorno, nel 1764. Si temette, infatti, che le innovative -ed, anzi, rivoluzionarie- considerazioni critiche, fortemente animate da vivo spirito illuminista, contenute e sviluppate nel volume in tema di delitti e di pene per come concepiti all’epoca, potessero attirare sull'Autore l’ira del governo austriaco.

Ad ogni modo, nel 1766 l’opera venne inclusa nell’ “Index librorum prohibitorum”, e, cioè, nell’elenco delle pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1558 per opera della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione (o Sant’Uffizio) e soppresso solo nel 1966, da Paolo VI, con la fine dell’inquisizione romana. Il provvedimento di inclusione del volume di Beccaria nel predetto “Index” fu causato, tra l’altro, dalla distinzione, contenuta nell’opera del celebre giurista lombardo, tra reato e peccato.

Nonostante tutto ciò, il breve trattato -come è noto- ebbe vasta eco in tutta Europa, e non solo.

Le idee illuministiche ivi contenute, e limpidamente illustrate, sulle funzioni e sui caratteri in genere del processo penale, sui requisiti delle sanzioni, sul ripudio della pena di morte, sull’avversione alla tortura (evidenti anticipazioni delle future e moderne teoriche processual-penalistiche), ricevettero l’apprezzamento da parte di numerosi filosofi del calibro, tra gli altri, di Voltaire e -soprattutto- fecero breccia tra i governanti, che, seppur lentamente, iniziarono ad accogliere i moderni princìpi del processo penale, addivenendo in primis all’abolizione della pena di morte.

 

Il Seminario si terrà nell’ Aula Giovanni Paolo II  dell’edificio dell’aerea giuridico-economica ed avrà inizio alle ore 17.


 

800 453 444
Lun. - Ven. dalle 09:00 alle 18:00 e Sab. dalle 9:00 alle 13:00