Pubblicazione: 26/04/2012 Ultimo aggiornamento: 2015-01-26 17:05:03

Venerdì 27 aprile 2012 – Seminario, nell’àmbito del Dottorato di ricerca in Teoria del diritto e ordine giuridico europeo, su “La cooperazione giudiziaria europea in materia penale”


Nel ciclo delle iniziative didattico-scientifiche inerenti al Dottorato di ricerca in Teoria del diritto e ordine giuridico europeo, istituito presso il nostro Ateneo e coordinato dal Prof. Massimo La Torre, per il settore disciplinare relativo al Diritto processuale penale facente capo al Prof. Giuseppe Bellantoni, Ordinario in questo Ateneo, venerdì 27 aprile 2012  sarà tenuto un  Seminario di studio su “La cooperazione giudiziaria europea in materia penale”.

 

L’argomento, di spiccato rilievo e di viva attualità, sarà trattato dal dott. Emilio Ledonne, Procuratore generale presso la Corte d’appello di Bologna e già Procuratore nazionale antimafia aggiunto.

La cooperazione giudiziaria in materia penale nell’àmbito dell’Unione Europea nasce dall’esigenza di contrastare il crimine transnazionale, sempre più evoluto e, per così dire, “globalizzato”. Inevitabilmente, infatti, l’aver reso evanescenti i confini territoriali dello Stato, ha bensì consentito, da un lato, la libera circolazione di persone, di merci e di capitali, ma, dall’altro lato, ha anche favorito lo sviluppo della criminalità organizzata in una prospettiva transfrontaliera. Ne è seguita la necessità di adattare anche il Diritto, e nello specifico quello processuale penale, al “dinamismo del crimine”, con il precipuo scopo di evitare che la condotta criminosa, frazionata in diversi Paesi, consenta di eludere la risposta punitiva.

Tale esigenza è latente sin dal Trattato di Maastricht del 1992, con il quale si costituisce il c.d. terzo pilastro della “vecchia” Comunità Europea, relativo al settore della giustizia e degli affari interni (GAI). È solo con il Trattato di Amsterdam del 1997, però, che si individua un nuovo obbiettivo per una Europa ancora in fase di sviluppo: «la creazione di una area di libertà, sicurezza e giustizia». La cooperazione giudiziaria e di polizia, dunque, balza da materia di interesse comune a vero e proprio obiettivo della costituenda Europa.

Il Trattato di Lisbona del 2007, di poi, nell’art. 69A conferma un principio cardine in argomento: «nelle materie del diritto penale e nell’ambito dell’Unione europea, la cooperazione sarà basata sul principio del mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie e ricomprenderà il riavvicinamento e l’armonizzazione delle legislazioni degli stati membri nelle materie indicate».

Sulla scorta delle sopra accennate statuizioni si collocano una serie di Convenzioni e di Decisioni quadro adottate dal Consiglio dell’Unione europea, tra cui, su tutte, spiccano la Convezione europea di Strasburgo del 20 aprile 1959, con i suoi due Protocolli aggiuntivi, l’Accordo di Schengen, la Convenzione di Bruxelles del 29 maggio 2000, c.d. M.A.P. (mutua assistenza in materia penale) e il relativo Protocollo addizionale,   rispetto alla cui attuazione, però,  l’Italia, attualmente, risulta quale vero e proprio fanalino di coda.

 

Il Seminario si terrà nella Sala conferenze del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali ed avrà inizio alle ore 11.

 


 

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