Pubblicazione: 16/08/2016 Ultimo aggiornamento: 2016-12-21 08:52:25

Intervento del Rettore Aldo Quattrone sulla sede del Corso di laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia cognitiva


Mio malgrado, sono costretto ad intervenire nuovamente nel dibattito in corso sulla ipotetica sede del Corso di laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia cognitiva (questa è la corretta denominazione) nel centro di Catanzaro. Lo faccio esclusivamente per portare chiarezza su una questione che sta diventando il tormentone dell’estate.

Innanzitutto vorrei ricordare a tutti gli intervenuti che l’attivazione del nuovo Corso di Laurea in Psicologia è stata una scelta autonoma dell’Ateneo non concordata preventivamente con altre Istituzioni locali e Regionali. Ne consegue che è prerogativa esclusiva dell’Ateneo identificare le strutture dove far svolgere, nelle migliori condizioni possibili, l’attività didattica agli studenti, cosa che peraltro è già stata fatta al momento della proposta di attivazione, ubicando il nuovo Corso di Laurea in Psicologia nel Campus di Germaneto, sua sede naturale.

In un recente incontro con il Sindaco e con il Presidente della Provincia su questo argomento, sono stato invitato a visitare il Palazzo della Provincia e il Complesso Monumentale del S. Giovanni. Sul Palazzo di Vetro ho espresso riserve legate alla tipologia degli spazi offerti e alla necessità di importanti interventi di ristrutturazione impossibili da realizzare entro il mese di ottobre, data di inizio delle lezioni. Sul S. Giovanni, invece, ho espresso un giudizio positivo come possibile sede di Facoltà universitarie.

La viva polemica subito insorta in città su questa ipotetica destinazione del S. Giovanni che priverebbe la citta di una delle più importanti strutture museali, mi ha indotto a proporre una pausa di riflessione sull’ipotesi di spostare il Corso di Psicologia dal Campus al centro cittadino.

Questa mia considerazione non mi sembra bizzarra né inopportuna. La crescita culturale della città di Catanzaro è un problema di grande rilevanza che deve essere oggetto di progetti comuni e condivisi e non può essere soltanto il prodotto di un’iniziativa di parte anche se la parte è maggioranza nel Consiglio Comunale. Questa è la vera motivazione che è alla base dell’esigenza da me rappresentata di una pausa di riflessione e non certo presunti condizionamenti politici o retro-pensieri misteriosi.

D’altra parte vorrei ricordare all’on Tallini, che ha ironizzato sulla metodologia del consenso unanime, che identico atteggiamento (ricerca della massima condivisione) ho tenuto in occasione delle riunioni della commissione paritetica Regione-Università sulla problematica dell’integrazione Pugliese-Ciaccio-MaterDomini.

Vorrei ritornare brevemente sulla necessità della condivisione di progetti comuni per la rinascita del centro storico. Un largo consenso non solo è opportuno ma è necessario quando si progettano iniziative nuove e di grande rilevanza che potrebbero non dare gli effetti sperati. Far diventare Catanzaro città universitaria non è cosa semplice e richiede sforzi congiunti delle istituzioni che non devono solo assicurare la presenza in città di numerosi studenti ma devono anche garantire i servizi indispensabili per facilitare la residenzialità degli studenti favorendo la piena integrazione tra loro e la città.

Proprio perché ho creduto fermamente in questo sogno di far diventare Catanzaro una città universitaria, negli anni precedenti l’Ateneo ha deciso, su mia proposta, di localizzare in città due importanti Corsi di Laurea: Sociologia in via degli Eroi e Scienze Motorie nella Scuola Einaudi. Entrambi i progetti però non hanno avuto il necessario sostegno in termini di servizi alla didattica. A dire degli studenti, infatti, non solo i trasporti, ma anche la disponibilità di abitazioni a prezzi accessibili, i parcheggi e la ristorazione si sono rivelati talmente insufficienti da compromettere la buona riuscita dell’operazione. Questa breve esperienza, anche se ancora in fase iniziale, dimostra che in mancanza di un progetto condiviso e fortemente sostenuto da tutte le Istituzioni, anche un grande idea come “Catanzaro, città universitaria” può rivelarsi un’ambizione sbagliata.

Facciamo tesoro di questa esperienza, e non ripetiamo gli errori. Piuttosto che agire in fretta, cerchiamo di costruire insieme il futuro della nostra città pensando a un grande progetto che metta prima di tutto al centro gli studenti e che favorisca la piena integrazione tra loro e la città. L’Università è fatta per loro; a loro dobbiamo pensare, alle loro esigenze e ai loro bisogni se davvero vogliamo che Catanzaro diventi la città universitaria che tutti desideriamo.

Prof. Aldo Quattrone,
Rettore dell’Università Magna Graecia

 

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