Israele sta vivendo giorni molto difficili, a seguito della brutale aggressione dello scorso 7 ottobre alla sua popolazione civile da parte dall'organizzazione terroristica di Hamas. Oltre il dolore per le vittime - tra cui tantissimi giovani e intere famiglie – per i dispersi e i feriti, fortissima è la preoccupazione per il destino dei 200 ostaggi, tenuti prigionieri a Gaza. 500.000 israeliani sono stati evacuati dalle loro zone di residenza e trasferiti in aree lontane dal confine.

Un’enorme ondata di solidaretà ha attivato il Paese, unito in una battaglia che sento di poter definire esistenziale. Nel quadro di questa mobilitazione generale, anche le università e gli istituti di ricerca hanno lanciato un appello alle colleghe e ai colleghi nel mondo a non lasciare sola Israele.

La lettera, indirizzata alle donne e agli uomini di scienza e di conoscenza, è un invito a sostenere Israele e la sua popolazione contro il terrore di Hamas, a difendere quel principio di libertà su cui si fonda anche l'operare della scienza, senza il quale non c’è spazio per alcun progresso umano.