Pubblicazione: 04/12/2009 Ultimo aggiornamento: 2015-01-26 16:00:01

Si è svolta, questa mattina, la presentazione delle note redatte dal Nucleo di ricerca economica della Banca ’Italia dal titolo “L’Economia della Calabria nel primo semestre del 2009"


Si è svolta, questa mattina, la presentazione delle note redatte dal Nucleo di ricerca economica della Banca d’Italia –filiale di Catanzaro su  “L’Economia della Calabria nel primo semestre del 2009- presso l’ aula Giovanni Paolo II-  Edificio area giuridica, economica e sociale – Università Magna Graecia - Campus “Salvatore Venuta”

Questo avvenimento si inserisce in una serie di attivita’ che traggono impulso, anche, dalla presenza, presso l’ateneo, del corso di laurea interateneo in Economia Aziendale le note, redatte dalla Banca d’Italia - Ufficio Studi Regionale di Catanzaro- sono state illustrate dal direttore dott. Francesco Pierro e dai ricercatori del nucleo regionale di ricerca economica (dottori: Giuseppe Marinelli e Luca Antelmo)

Ha aperto i lavori Luigi Ventura, Preside della Facoltà di Giurisprudenza e Prorettore dell’Ateneo.

L’evento ha ospitato, inoltre, la presentazione (per la prima volta sul territorio nazionale) del rapporto – fresco di stampa- sulle economie regionali, redatto dalla divisione analisi territoriali del servizio studi di struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia e presentato dal dottore Piero Casadio, della Divisione Analisi Territoriali (Banca d’Italia -Roma).

La tavola rotonda, che ha preso l’abbrivio dai dati emersi dalla presentazione dei dati è stata l’occasione per discutere gli aspetti emersi dalla recentissima analisi Banca d'Italia il contributo offerto dai relatori è stato, come sempre, particolarmente importante: molti sono stati gli spunti di riflessione  sullo stato di salute e sulle prospettive della Calabria, anche alla luce delle problematiche riconducibili alla crisi da mutui subprime, che ha interessato i sistemi internazionali.
Le diverse esperienze e competenze presenti hanno favorito le analisi e le considerazioni sulle  prospettive dell’economia regionale.
Hanno partecipato al dibattito:
Prof. Riccardo Viganò - Presidente comitato tecnico Corso di Laurea interateneo in Economia Aziendale - UMG - Ordinario di Economia Aziendale - Università Federico II di Napoli
Dott. Paolo Abramo  - Presidente CCIAA di Catanzaro
Dott. Giuseppe Gatto  - Presidente Confindustria Catanzaro
Dott. Marcello Calbiani -  Presidente ABI (Associazione Bancaria Italiana) Calabria
Prof. Annarita Trotta  - Ordinario di Economia degli intermediari finanziari - UMG

I relatori hanno discusso sia gli elementi di debolezza che da tempo affliggono la regione sia le emergenze  derivanti dalla crisi, soffermando l’attenzione sulle problematiche della disoccupazione, sulla precarierà, sul deterioramento della qualità del credito.
Sono stati messi in evidenza gli aspetti di vivacità che, nonostante tutto, rappresentano una speranza per il cambiamento indispensabile, provenienti dal sistema imprenditoriale e dalle banche a vocazione locale. 
E' stata rappresentata l’esigenza del bisogno di nuovi schemi e modelli economici, capaci di valorizzare la relazionalità e, anche, la solidarietà.
E' emersa la necessità di risultati concreti, capaci di rappresentare un significativo momento di rottura con il passato.

Sintesi del rapporto presentato in anteprima nazionale su l’economia delle regioni italiane

Nella prima metà del 2009 l’attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati; in estate sono emersi segnali di ripresa, più accentuati nelle regioni del centro nord, dove nel semestre predente era stato maggiore il calo della domanda. nel terzo trimestre, dopo oltre un anno, il pil italiano al netto della stagionalità è tornato a crescere dello 0,6 per cento sul trimestre precedente. l’indagine condotta in settembre-ottobre dalla Banca d’Italia, su un campione di imprese industriali e dei servizi privati, mostra per i primi nove mesi del 2009
una generalizzata revisione al ribasso dei già modesti piani di investimento di inizio anno. nonostante un ampio ricorso alla cassa integrazione, nella prima metà del 2009 l’occupazione si è ridotta, in misura assai più intensa nel mezzogiorno. per i prossimi mesi l’indagine segnala un graduale miglioramento dell’attività produttiva; le prospettive restano tuttavia incerte: gli investimenti programmati per il 2010 sono deboli; continuerebbe a ridursi l’occupazione. nel 2009 la redditività delle imprese si è fortemente ridotta nell’industria e nei servizi, particolarmente nel mezzogiorno; nel settore delle costruzioni la riduzione è stata più accentuata nel nord est. continua in misura analoga per area geografica il progressivo rallentamento dei prestiti avviato da oltre un anno e mezzo: il ritmo di crescita annuale dei prestiti alle imprese si è sostanzialmente annullato in agosto; quello dei prestiti alle famiglie è risultato del tre per cento circa nel centro nord e lievemente superiore nel mezzogiorno. La rischiosità dei prestiti è aumentata in modo generalizzato e più intensamente tra le imprese del centro nord.
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Sintesi delle note riferite all’economia calabrese nel primo semestre 2009

Nella prima parte del 2009, gli indicatori congiunturali dell’economia calabrese sono ulteriormente peggiorati rispetto alla fine dell’anno precedente. Le imprese industriali hanno registrato una contrazione degli ordini e della produzione, concentrata per lo più nel primo trimestre, con successivi segnali di stabilizzazione. Prosegue la tendenza negativa del settore delle costruzioni, dove ha continuato a ridursi l’occupazione. Anche il terziario, con una diminuzione delle vendite della grande distribuzione e un calo delle presenze turistiche, ha mostrato segnali di ulteriore peggioramento rispetto al 2008. Il credito erogato a residenti in calabria, seppur in decelerazione, è aumentato a un tasso superiore alla media nazionale. I prestiti alle imprese sono rimasti stazionari sia per la minore domanda di credito riconducibile agli effetti della congiuntura sfavorevole, sia per le condizioni di offerta maggiormente orientate alla prudenza. In un quadro economico recessivo, la rischiosità del credito è cresciuta rapidamente soprattutto nel settore produttivo.


 

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