Pubblicazione: 21/02/2012 Ultimo aggiornamento: 2015-01-26 17:00:03

In ricordo del Prof. Renato Dulbecco, Premio Nobel per la Medicina, scomparso ieri all’età di 98 anni.


Catanzaro, 21 gennaio 2012 

 

In ricordo del Prof. Renato Dulbecco, Premio Nobel per la Medicina, scomparso ieri all’età di 98 anni.

 

Ieri, 20 febbraio 2012, all’età di 98 anni, è scomparso il prof. Renato Dulbecco. Insignito con il premio Nobel per la fisiologia e la medicina nel 1975, membro di prestigiose accademie scientifiche ed istituzioni culturali quali l'Accademia dei Lincei italiana, l'Accademia nazionale delle scienze americana e la Royal Society inglese, Renato Dulbecco è universalmente considerato il padre della virologia moderna, il pioniere delle ricerche sulla genetica del cancro, ma soprattutto l'ispiratore del Progetto Genoma. Una rivoluzione scientifica che Renato Dulbecco ha spiegato nel libro "La mappa della vita", sottolineando l'immensa potenzialità dell'ingegneria genetica per risolvere i problemi di molte malattie.

 

Renato Dulbecco era nato a Catanzaro il 22 febbraio 1914 da madre calabrese e padre ligure. Nel 1936, si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino sotto la guida di Giuseppe Levi, professore di Anatomia umana alla cui scuola si formeranno anche i futuri Premi Nobel Rita Levi-Montalcini e Salvador Luria, e dell’Anatomo-patologo Ferruccio Vanzetti. E’ qui che Dulbecco comincia a interessarsi alla biologia applicata alla medicina e impara l’istologia e i rudimenti delle tecniche di coltura cellulare. Nel 1947 Dulbecco e Levi-Montalcini s'imbarcarono a Genova per gli Stati Uniti per raggiungere Luria a Bloomington nell’Indiana e formare un piccolo gruppo a cui si unirà, in breve, il futuro premio Nobel Jim Watson. Nell’estate 1949 Dulbecco si trasferisce da Max Delbrück, padre della genetica moderna, al California Institute of Technology (Caltech) dove crea un gruppo di ricerca brillante e aggressivo, di cui facevano parte Margherite Vogt e Howard Temin. Qui Dulbecco identifica un mutante del virus della poliomelite, malattia estremamente temuta a quei tempi, che fu utilizzato anche da Albert Sabin per preparare il vaccino antipolio. Per i suoi lavori innovativi sulla replicazione del poliovirus, che hanno aperto la strada allo studio dei virus animali Dulbecco viene chiamato come Professore al California Institute of Technology.

 

A partire dal 1958, Dulbecco inizia a lavorare su un virus oncogeno, il polioma virus, dimostrando che l'infezione di cellule animali normali con virus oncogeni a DNA ha come conseguenza l‘incorporazione nel genoma della cellula di geni derivati dal virus e la trasformazione in senso tumorale della cellula infettata. Nel 1962 Dulbecco si trasferisce al Salk Institute a La Jolla, vicino San Diego, dove continua la sua ricerca sui virus oncogeni in modo sempre più incalzante e innovativo. Qui Dulbecco definisce i meccanismi molecolari alla base dell’insorgenza dei tumori causati da virus oncogeni a DNA, integrandoli in un modello più generale, secondo il quale i geni virali definiti “oncogeni” attivano i geni cellulari necessari alla moltiplicazione cellulare, rendendo così incontrollata la duplicazione delle cellule. In seguito Howard Temin e David Baltimore utilizzeranno questi stessi concetti per scoprire l'enzima trascrittasi inversa (DNA-polimerasi RNA-dipendente), che consente ai virus con un genoma a RNA di retro-trascrivere i geni in DNA e quindi incorporarli nella cellula ospite. Fra il 1972 e il 1974 Dulbecco trascorre un breve periodo all’Imperial Cancer Research Fund di Londra lavorando nel campo dei tumori umani.

 

Tra i numerosi riconoscimenti assegnatigli in questo periodo, Dulbecco riceve la laurea honoris causa da parte dell’Università di Yale, il premio Lasker per le scienze biologiche e mediche, e infine nel 1975, viene insignito del premio Nobel per la medicina e la fisiologia, insieme a Temin e Baltimore “per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula”.

 

Dopo aver ricevuto il Premio Nobel Dulbecco torna al Salk Institute, dove riveste la carica di Presidente dal 1988 al 1992, e dove rimarrà come Presidente Emerito fino alla morte. Qui sposta i suoi interessi di ricerca dallo studio dei virus a quello dei tumori presenti in natura, sviluppando un nuovo modello di cancro mammario. Ed è qui che matura l’idea che il punto di partenza per decifrare i meccanismi cellulari del cancro sta nell’acquisire la conoscenza dei geni che sono attivi nelle cellule cancerose. Pertanto, nel 1986, nel corso di alcune conferenze pubbliche e, soprattutto in un famoso editoriale pubblicato sulla rivista Science, propone di sequenziare il genoma umano, affermando che in questo modo si sarebbe arrivati a comprendere le basi genetiche del cancro.

Cittadino americano dal 1953, Dulbecco ha sempre mantenuto un forte legame con l'Italia. Nel 1993 Dulbecco torna in Italia per dirigere l'Istituto di Tecnologie Biomediche di Milano e nel 2005 collabora a creare il Progetto NOBEL (Network Operativo per la Biomedicina di eccellenza in Lombardia) promosso dalla Fondazione Cariplo per promuovere la ricerca scientifica d'eccellenza. Quell'istituto è nato, e si chiama, in onore di Renato Dulbecco, Istituto Telethon Dulbecco e ha permesso il rientro in Italia di diversi ricercatori all’estero. Chissà che tra loro non ci sia qualche altro futuro Premio Nobel. Solo l'età avanzata e le condizioni di salute precarie hanno interrotto i viaggi tra Milano e La Jolla dove viveva e lavorava presso il Salk Institute.

 

Con la morte di Renato Dulbecco la comunità scientifica perde non solo uno dei suoi più prestigiosi ricercatori ma anche uno scienziato dotato di grande umanità e grande capacità di comunicazione.

 

 

Prof. Aldo Quattrone,

Rettore


 

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