Pubblicazione: 24/10/2022  |  Scadenza: Ultimo aggiornamento: 2022-10-24 13:49:05

Ricerca Italiana: Ca’ Foscari e UMG, anche fingere di sorridere aiuta a star meglio


Sarà sufficiente sorridere, anche solo per finta, per sentirci più felici?
Questo è quanto suggerisce uno studio condotto da scienziate e scienziati di tutto il mondo, tra cui due italiani dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Infatti, mimare un sorriso alzando gli angoli della bocca, contraendo le guance e socchiudendo gli occhi influenzerebbe la nostra esperienza emotiva.
La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour e costituisce il più recente tassello nella comprensione delle emozioni umane. Secondo il coordinatore dello studio, Nicholas Coles dell’Università di Stanford, l’effetto del finto sorriso non è sufficiente a superare stati depressivi, ma fornisce utili indizi su cosa siano e da dove vengano le emozioni.
Infatti, secondo la cosiddetta teoria del feedback facciale, le espressioni facciali influenzano la nostra esperienza emotiva. Precedenti ricerche sulla teoria del feedback facciale hanno suggerito che i partecipanti trovano più divertenti dei fumetti quando tengono una penna o una matita tra i denti senza lasciare che le loro labbra la tocchino (presumibilmente attivando gli stessi muscoli di un sorriso). Tuttavia, nel 2016, diciassette laboratori indipendenti hanno tentato, senza riuscirci, di replicare questi risultati, mettendo in dubbio la stessa teoria del feedback facciale.
Neanche nello studio guidato dal Dr. Coles gli autori sono riusciti a replicare i risultati ottenuti con il paradigma della penna in bocca. Tuttavia, in questo studio, gli autori hanno trovato evidenze a favore della teoria del feedback facciale quando ai partecipanti è stato chiesto di imitare le espressioni facciali viste nelle foto di attori sorridenti e quando sono state date istruzioni per spostare gli angoli delle labbra verso le orecchie e sollevare le guance usando solo i muscoli in le loro facce. Per celare il vero scopo della ricerca, questi compiti sono stati inseriti tra altri compiti, come la soluzione di problemi matematici. Dopo ogni compito, è stata chiesta una valutazione sul grado di felicità provato.
La ricerca ha riguardato 3.878 partecipanti da diciannove paesi. Nelle analisi dei dati sono stati coinvolti gli italiani si sono occupati delle analisi statistico-psicometriche: Marco Tullio Liuzza, professore associato di Psicometria all’Università di Catanzaro e Marco Marozzi, professore associato di Statistica all’Università Ca’ Foscari Venezia. 
In conclusione, l’esperimento supporta la teoria secondo cui le emozioni che percepiamo siano in qualche modo e almeno parzialmente legate ai movimenti dei muscoli e altre sensazioni fisiche. Sorridere, quindi, potrebbe aiutarci a sentirci più felici. 


 

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