Pubblicazione: 04/12/2014 Ultimo aggiornamento: 2015-01-26 18:25:18

Il Laboratorio di Immunologia dei Tumori e Immunopoatologia (LITIP) dell’Università di Catanzaro scopre una nuova popolazione linfocitaria che si associa positivamente alla sopravvivenza dei pazienti con melanoma metastatico


La prestigiosissima rivista Nature Communication ha pubblicato (DOI 10.1038/ncomm66394 Dicembre 2014) il lavoro che raccoglie i dati ottenuti da uno studio iniziato e coordinato dal Laboratorio di Immunologia dei Tumori e Immuno Patologia  (LITIP) dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, diretto dal Prof. Ennio Carbone.

 Il gruppo di ricercatori del LITIP sono impegnati, da anni, a comprendere il ruolo della risposta immune nella progressione metastatica dei tumori solidi come il melanoma e del mieloma multiplo, per ottenere informazioni utili per poter migliorare la prognosi e terapia dei pazienti neoplastici.

Il laboratorio del Prof. Ennio Carbone ha scoperto che nei linfonodi infiltrati dalle metastasi del melanoma si sviluppa una risposta immune caratterizzata dalla presenza di un nuovo tipo di linfociti appartenenti alla famiglia delle cellule Natural Killer.

 “Tale tipo cellulare – ha spiegato il Prof. Ennio Carbone, orgoglioso e determinato per l’importante risultato scientifico raggiunto nei laboratori del Campus dell’Università di Catanzaro -  mostra un altissima efficienza nell’ uccidere le cellule metastatiche di melanoma presenti nei linfonodi dello stesso paziente. Inoltre tali linfociti non sembrano essere inibiti dalle diverse strategie messe in opera dal tumore per sfuggire la sorveglianza immunitaria. Ma la cosa più sorprendente  - ha proseguito il Prof. Ennio Carbone - è che la frequenza di queste cellule aumenta significativamente nei linfonodi metastatici di quei pazienti che hanno una sopravvivenza di molti anni; mentre i pazienti con un decorso fulminante (pochi mesi) se ne trovano quantità molto ridotte. Questi dati sono di enorme importanza tenendo conto i formidabili progressi nel campo dell’ immunoterapia dei tumori solidi come il melanoma. L’immunoterapia – ha concluso il Prof. Ennio Carbone - negli ultimi due anni si è dimostrata essere in grado di prolungare le aspettative di vita dei pazienti neoplastici significativamente. Risultato quest’ultimo mai raggiunto prima con le terapie farmacologiche. La scoperta del laboratorio di Catanzaro potrebbe fornire utili marker biologici per assistere i nuovi protocolli immunoterapici nei pazienti neoplastici”.

 Il lavoro coordinato dal laboratorio LITIP che opera presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro vede la partecipazione di altri laboratori italiani: il laboratorio diretto dal Dott. Anichini dell’Istituto dei Tumori di Milano, il laboratorio del Prof. Bifulco dell’ Università di Salerno e quello diretto dal Prof. Moretta dell’Università di Genova.

 Cruciale il ruolo dell’ Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), testimoniato dal fatto che sia il laboratorio dell’Università di Catanzaro sia gli altri laboratori italiani sono tutti finanziati dall’AIRC.

 Anche in questo studio il laboratorio del Prof. Ennio Carbone si è avvalso di prestigiose collaborazioni internazionali tra le quali si evidenziano: Harvard Medical School (Boston, Stati Uniti); Karolinska Institutet (Stoccolma , Svezia) ed il King’s College dell’ Università di Cambridge (Regno Unito).

La scoperta ha dato il via ad altre ricerche per ottimizzare il trattamento dei pazienti con melanoma e lo sviluppo di nuovi protocolli terapeutici basati sulle cellule NK.

 


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